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Filosofia della medicina
Un dualismo risolvibile
Dualismo fra Medicina Convenzionale e Naturale, risolvibile nell'interesse del paziente
Autore: Flavio Gazzola

La risoluzione di un dualismo sempre attuale in medicina

 

Premessa: un riconoscimento “obbligato”

 

Nei numeri precedenti di www.naturalismedicina.it è stata esposta la storia di due modi di concepire la medicina attuale, quello convenzionale ufficiale e quello non convenzionale o della medicina naturale e olistica.

Questi modi diversi sono stati sanciti dalla Comunità Europea, che nei documenti ufficiali distingue la medicina Convenzionale da quella Non Convenzionale, sulla quale ultima ha istituito commissioni di valutazione e controllo.

La Comunità Europea ha dato inoltre incarico al Parlamento dei singoli Stati membri di elaborare una regolamentazione specifica sul proprio territorio.

In Italia è da almeno dieci anni che sono istituite Commissioni Parlamentari che elaborano dei documenti, che poi decadono per l’estinguersi della legislatura.

Attualmente è stata fondata una Cosulta di professionisti attivi nel settore della Medicina non Convenzionale (MNC), con lo scopo di fornire elementi utili ai legislatori.

Sul nostro sito ho cercato di tracciare sinteticamente il percorso storico e culturale di queste medicine parallele.

Ritengo importante una prospettiva storica, per una valutazione obiettiva di tale dualismo medico e dunque per favorire una legislazione non avulsa dai processi storici e culturali della medicina e, più in generale della società.

A tale proposito è fondamentale sottolineare che il riconoscimento europeo non proviene dall’alto delle Istituzioni Sanitarie, ma deriva dalla diffusione capillare della MNC nella popolazione europea, che ricorre sempre più spesso alla Medicina Naturale, talora insieme con la Medicina Convenzionale, ma sempre più spesso come principale metodo di prevenzione e cura.

E’ la diffusione stessa della MNC ad avere costretto i legislatori europei a prenderne atto e ad accettarla, per evitare di perdere consensi politici importanti e trasversali.

 

La tradizione popolare della Scuola Salernitana

 

Ricordo brevemente, come già espresso negli articoli citati, come nel mondo occidentale la MNC derivi dalla tradizione culturale della Scuola Salernitana, attiva per circa 1500 anni, dal 300 circa al 1811, data certa di chiusura di essa.

Essa raccolse la tradizione della medicina popolare latina, greca, ebraica, araba e orientale, recata a Salerno, la capitale culturale medica dei primi secoli del nuovo millennio, da medici provenienti da ogni parte dell’Impero Romano in disfacimento, in particolare dopo la chiusura della Scuola Filosofica (e medica) di Atene da parte dell’imperatore Giustiniano, nel 529 d.C, con l’accusa di paganesimo, dato che essa raccoglieva la tradizione laica filosofica e medica del mondo greco-latino e le tradizioni mediche popolari arabe e giudaiche.

La Scuola Salernitana aveva caratteristiche di spontaneità popolare, grande fermento culturale, libertà di espressione delle idee, garantita prima dal governo bizantino, poi da quello longobardo e infine da quello normanno, che nominò Salerno capitale ufficiale dell’Italia meridionale.

Basti pensare alla formazione di numerose donne medico, alla compilazione dei primi trattati di Ginecologia, Oculistica e Medicina Interna.

La Scuola Salernitana nacque anche grazie alla conservazione dei testi medici antichi nei monasteri benedettini e brasiliani, alla salubrità del clima, al periodo di pace, favorevole al fiorire degli studi medici, alla tolleranza culturale rispetto a culture mediterranee diverse, al cosmopolitismo della Salerno dell’epoca, che accoglieva medici profughi da Paesi devastati dalla guerra e dalla fame o perseguitati politici e religiosi.

La Scuola Salernitana promosse una cultura medica non dogmatica, perché non imposta dall’alto, ma piuttosto, legata strettamente alle esigenze sanitarie della popolazione e del territorio.

 

La continuazione ideale della Scuola Salernitana nel movimento omeopatico

 

Quando la Scuola Salernitana fu chiusa ufficialmente, il 26 novembre 1811, ciò avvenne per mano di Gioacchino Murat, che, al seguito dell’esercito napoleonico, aveva portato nell’Italia Meridionale medici omeopatici, che diffusero rapidamente le loro conoscenze ai colleghi campani e da essi ai medici siciliani, sicché la tradizione medica naturale dell’antica Scuola Salernitana si travasò quasi per osmosi nel pensiero omeopatico, che si era nel frattempo già diffuso in Germania e in Francia e, attraverso la Francia, più tardi, nel Regno Sabaudo, dove Carlo Alberto promulgò nel 1843 il primo regolamento per la preparazione e la vendita dei rimedi omeopatici nelle farmacie del Regno, che rimase in vigore fino agli anni Trenta, quando fu abolito dal fascismo.

Questo è un sintomo di quanto il dispotismo non tolleri volentieri la libertà del pensiero medico omeopatico e, più in generale, naturale e olistico, che tende, motu propio, a essere libero e adogmatico e a liberare di conseguenza le persone dai preconcetti, dalle falsità convenzionali e dalla sudditanza psicologica.

L’omeopatia nacque dall’opera di Samuel Hahnemann (1755-1843), vissuto in un’epoca di trasformazioni epocali, come la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Americana, la Rivoluzione Industriale nata in Inghilterra, l’epopea napoleonica per citare i fenomeni più importanti a livello politico ed economico.

 

La “Rivoluzione Omeopatica” e l’eredità di Paracelso

 

Anche l’omeopatia costituì una rivoluzione in campo medico, i cui effetti durano tuttora.

In realtà Hahnemann attinse a concetti già presenti nella storia della cultura medica tedesca ed europea, in particolare dall’epoca di Paracelso (1493-1541), il grande medico rinascimentale, nato ad Einsiedeln in Svizzera, a pochi chilometri dal famoso santuario mariano, laureatosi a Ferrara e morto a Salisburgo in Austria.

Vi è un articolo a lui dedicato su un numero precedente di www.naturalismedicina.it.

Paracelso aveva introdotto il concetto di “Arcanum”, il principio vitale nascosto nella natura, di cui si possono conoscere gli effetti, ma in conoscibile in se stesso.

Nelle sue preparazioni erboristiche Paracelso dosava i principi attivi delle piante, cercando di studiarne e armonizzarne le parti più efficaci, equilibrando l”Arcanum” di ciascuna di esse.

Paracelso da un lato appare come il precursore della moderna farmacologia, a cui interessano però solo le molecole attive del regno vegetale, trascurando il “totum” di ciascuna pianta; dall’altro lato egli è il precursore del pensiero omeopatico, che utilizza invece il totum della pianta, studiato nei suoi effetti olistici, sulla mente e sul corpo contemporaneamente.

Hahnemann parla di “Principio Vitale” perturbato nella malattia e tale perturbazione funge anche da guida al medico, grazie alla sottile sfaccettatura dei sintomi, sia organici, sia psicologici derivanti da essa, costituisce il filo d’Arianna che conduce alla soluzione del problema diagnostico e terapeutico.

Il totum di ciascuna pianta, ma non solo, anche quello dei minerali e di qualsiasi sostanza, è in grado di produrre, somministrato all’uomo sano, una perturbazione del principio vitale simile a quella provocata dalla malattia nell’infermo.

Il totum vegetale o minerale (o animale) capace di produrre tale perturbazione nel sano, è capace anche di curare la malattia nell’infermo, dopo essere stato opportunamente attenuato e dosato.

Hahnemann aveva scoperto il modo di utilizzare per la guarigione in modo sistematico l”Arcanum” di Paracelso, da Hahnemann stesso denominato “Principio Vitale”.

Il riconoscimento di un principio vitale nascosto nella Natura e impiegabile nella guarigione è proprio di tutte le medicine tradizionali popolari, ma in particolare della medicina Tradizionale Cinese (MTC), che comprende l’agopuntura e l’erboristeria cinese e della medicina tradizionale indiana o Ayurveda: esse denominano il principio vitale rispettivamente “Qi” e “Prana”.

 

La Medicina Non Convenzionale o Medicina Naturale unisce Occidente e Oriente

 

Il principio vitale e le caratteristiche tradizionali e popolari contraddistinguono presso tutti i popoli le forme più importanti e conosciute di Medicina Naturale o Medicina non Convenzionale (MNC), per adottare la terminologia impiegata a livello europeo.

Non si tratta dunque di tradizioni fra di loro poco o punto connesse, ma, al contrario, strettamente legate da diversi elementi comuni, pur nell’ambito di differenti culture.

La MNC comprende numerosissime metodiche, quali per esempio, per citare le più note: l’agopuntura e la medicina tradizionale cinese, l’elettroagopuntura di Voll (EAV) e i checkup bioelettronici, la medicina tradizionale indiana o Ayurveda, l’omeopatia, l’omotossicologia, la fitoterapia, la floriterapia di Bach, le diverse riflessologie (in particolare quelle del piede, del padiglione auricolare, la chinesiologia riflessologica muscolare, l’iridologia), la chiroterapia  e metodiche simili come la chiroprassi e l’osteopatia.

 

Un comune filo conduttore: la malattia come interruzione delle linee di comunicazione nell’organismo

 

In un libro da me scritto, pubblicato nel 1986, intitolato “Helping, la chiave del benessere”, individuai il filo conduttore comune di tutte le metodiche di MNC, che preferisco chiamare nel loro complesso “Medicina Naturale”: tale filo è costituito dal concetto di “comunicazione”.

Tutte le metodiche MNC mirano a ripristinare le interruzioni di comunicazione avvenute nell’organismo; tali interruzioni, limitando il flusso di informazioni o lo scambio chimico o la respirazione o la circolazione, determinano la malattia.

Si può affermare che la malattia consiste in un’interruzione, più o meno complessa e grave delle linee di comunicazione dell’organismo

Per esempio un’interruzione del flusso di sangue produce infarto, ictus, insufficienza arteriosa e venosa; un’interruzione del flusso elettrico nei nervi produce paralisi e dolori; un’interruzione del rapporto affettivo produce ansia, depressione e malattie mentali.

L’approccio della medicina naturale è olistico, cioè tiene conto dei diversi fattori che concorrono a determinare le interruzioni di comunicazione e dei diversi tipi di interruzione, dall’interruzione sanguigna a quella affettiva, contrariamente all’approccio della medicina ufficiale, che è prevalentemente rivolto alla cura dei sintomi, senza tener conto della complessità e della individualità di ogni caso clinico.

 

Due approcci diversi, ma da integrare in diversi settori

 

Da un lato abbiamo dunque l’approccio clinico della medicina naturale, che è olistico, fondato sul concetto di comunicazione e consapevole dell’individualità di ogni caso personale.

Dall’altro vediamo un approccio sintomatico, statistico, che ha scelto i “protocolli” (cioè schemi di comportamento medico prefissato) a discapito dello studio clinico individuale.

Questo dualismo nasce dalla storia di ciascuno dei due indirizzi.

Abbiamo visto come si è sviluppata in Occidente la Medicina Naturale  e popolare moderna e le sue strette connessioni e parentele con le Medicine Tradizionali popolari orientali.

La Medicina Convenzionale occidentale moderna nasce dalle guerre del XIX e XX secolo, con l’esigenza della cura dei feriti sul campo di battaglia e il soccorso alle popolazioni civili colpite.

E’ sostanzialmente una medicina di guerra e, come tale, d’urgenza, che non può fermarsi alle caratteristiche organiche personali, ma deve provvedere nel più breve tempo possibile alla cura di un gran numero di persone gravemente colpite.

Tale comportamento è perfettamente giustificabile in condizioni drammatiche, ma non lo è in tempi di pace o in problemi cronici e/o recidivanti, che necessitano di una medicina di regolazione perfettamente dosata individualmente.

Questo è il caso per esempio delle allergie e persino delle malattie autoimmuni, ma anche di problemi apparentemente più semplici, ma recidivanti, come infiammazioni croniche della gola, dei denti, delle gengive, delle vie respiratorie, degli organi digestivi e intestinali, della pelle.

L’ambito dei tumori e in particolare le leucemie dei bambini costituiscono il campo dove maggiormente sarebbe fondamentale una collaborazione fra medici convenzionali e non convenzionali, ma anche iil trattamento dell’HIV , del virus della mononucleosi (Epstein Barr), delle epatiti sono un settore dove è fondamentale sommare e integrare le diverse capacità e possibilità operative.

 

 

 








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