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Opinioni a confronto
Veronesi sostiene l'OGM
Un cervello d'uomo
Autore: Bollettino Bio 189

Da Bollettino Bio 189

 

UN CERVELLO D'UOMO

Un cervello d'uomo in un corpo di cavallo, un arco e delle frecce.
Dominato da Giove, di grande ambizione e portato al comando.
È il sagittario, segno zodiacale di Umberto Veronesi, che il 28 novembre compirà 80 anni (auguri in anticipo).
Oncologo, sposato a una pediatra di origine turca, sei figli, nel 1995 tra i firmatati di un appello per la legalizzazione delle droghe leggere, si interessa di canottaggio, ama le poesie di Majakovski, i film di Fellini ed è vegetariano.

Come ha scritto il segretario di Fiao Paolo Carnemolla "l'essere dotati, per merito o altro, di un titolo universitario o scientifico non è di per sé motivo di conoscenza e saggezza infinite". A quanto pare, neppure la dieta vegetariana garantisce il risultato.

In ottobre, alla vigilia della discussione del decreto sugli OGM, Veronesi aveva strappato ampio spazio su stampa e tivù sostenendo che "il mais tradizionale è attaccato dalla piralide, un insetto che scava caverne nei chicchi, favorendo il formarsi di una muffa che produce l'aflatossina, potentissimo cancerogeno".
Particolarmente rischiosi tutti i prodotti da agricoltura biologica, che l'ottuagenario ex ministro considerava
"un regresso".
Il pericolo non toccava solo i consumatori di polenta, corn flakes e pop corn: "le aflatossine sono mutagene e arrivano all'organismo umano attraverso vari passaggi".
Una delle vie principali è rappresentata da latte, yogurt e formaggi, ammoniva, dato che il mais a rischio si somministra anche alle vacche.
Generosamente indicava la banalissima soluzione del problema: l'adozione immediata dell'agricoltura OGM.

Amedeo Reyneri, ordinario di coltivazioni all'università di Torino, responsabile del Progetto micotossine della Regione Piemonte e di altri programmi di ricerca, studioso da 10 anni del problema delle micotossine sui cereali, scriveva su La stampa: "Le affermazioni del Prof. Veronesi risultano purtroppo non corrette".
L'agronomo spiegava all'oncologo che, è vero, la piralide scava minuscole gallerie nel mais convenzionale, ma che ciò "non è correlato con la presenza della muffa produttore delle aflatossine".
Reyneri riferiva che dal 1996 al 2004, solo nello 0,2% degli oltre 2000 campioni di mais analizzati si era trovata traccia della tossina in concentrazione di 2 parti per miliardo, quando il limite europeo (tra l'altro cinque volte più rigoroso di quello statunitense) è da 5 a 10 parti.
A rischio, piuttosto, sono frutta secca, semi oleosi e spezie di origine tropicale, dato che è nei paesi a clima caldo che si sviluppano le muffe produttrici delle aflatossine.
Le tracce raramente trovate nel latte, spiegava Reyneri, sono con tutta evidenza legate non al mais, ma a prodotti di origine extraeuropea: derivati di arachidi, semi di cotone ecc.
Concludeva con un garbatissimo: "le affermazioni del prof. Veronesi permettono di ribadire quanto nel mondo scientifico si ripete fino alla noia, e cioè che il dibattito sulla sanità e la qualità dei prodotti alimentari troppo spesso segue percorsi di facile richiamo, ma lontani dai problemi".

Mario Valpreda, già direttore del servizio regionale piemontese "Igiene e sanità pubblica", dichiarava "L'illustre scienziato cumula, nel suo argomentare, una tale serie di imprecisioni da far rabbrividire" sottolineando come fosse illogico sostenere che il mais OGM resistente alla piralide è protetto dalle aflatossine, che dalla piralide non sono causate: non si formano in campagna, ma durante la conservazione nei silos di qualsiasi mais (OGM, biologico o convenzionale) se non si adottano buone pratiche di stoccaggio.

Il Consorzio biologico per lo sviluppo sostenibile ricordava le conclusioni dello studio del 2002 "Relevance of mycotoxins to product quality and animal health in organic farming" di Paulsen, Hans Marten e Weißmann: "L'agricoltura biologica non è generalmente più interessata da rischi di contaminazione da micotossine di altri sistemi produttivi (…) il metodo di produzione biologico offre numerosi importanti fattori per ridurre le contaminazioni da funghi da micotossine", che in nessuna delle analisi effettuate nello studio "Micotossine e contaminanti negli alimenti: confronto tra prodotti biologici e convenzionali" del Dipartimento di scienze e tecnologie alimentari dell'università di Bologna era stata riscontrata una contaminazione da micotossine superiore a quella dei prodotti convenzionali e che, anzi, due studi presentati alla 22ma conferenza Fao per l'Europa (Porto, 2000) concordavano nel rilevare livelli di aflatossine inferiori nei prodotti degli allevamenti biologici.

A un oncologo magari no, ma il fatto appare ovvio a chiunque abbia una minima competenza in allevamento: le aziende biologiche si basano sul pascolo e sull'uso di mangimi biologici, utilizzano razioni complesse, con fieno, fieno silos, pisello proteico e altre leguminose. Non predomina il mais, la disponibilità sul mercato di panelli di semi di cotone bio è irrilevante, alle vacche non si dà frutta secca…
L'inconsistenza dell'allarme era ribadita dai dati sulle analisi di Regioni, associazioni di allevatori e industrie del settore.

Veronesi riponeva le pive nel sacco e tornava a occuparsi di tumori al seno (argomento sul quale unanimemente gli si riconosce autorevolezza), astenendosi dal praticare gli impervi sentieri dell'agro-alimentare?

Macché.

Nonostante l'oroscopo lo ammonisse "Dovete riguardarvi e contenervi per ciò che riguarda il cibo", dopo pochi giorni lanciava l'allarme sul pesto, inquietando liguri -e non solo- denunciando la nocività del basilico, cancerogeno anch'esso (la logica del ragionamento "il basilico è cancerogeno, quindi bisogna autorizzare il mais OGM" è talmente chiara che non c'è bisogno di soffermarvicisi).

Andatagli male (il decreto di Alemanno sugli OGM, da lui contestato, diventava legge, si riposava qualche mese, ma tornava prepotentemente sulla breccia alle idi di marzo.
In un convegno al Ministero dell'ambiente (talmente surreale che anche
Fare verde - l'associazione ambientalista legata ad Alleanza Nazionale, che esprime il ministro Matteoli - nel suo resoconto scrive di aver cercato le telecamere di "Scherzi a parte"), l'oncologo milanese ha sostenuto, con dichiarazioni che hanno lasciato "perplesso" Carlo La Vecchia (uno tra i più autorevoli epidemiologi italiani) e diversi responsabili Asl, che il 70% delle farine da polenta in commercio è contaminato dalle cancerogene aflatossine.

L'ovvia soluzione (già sentita, ci pare) è avviare subito le coltivazioni OGM, perché, nonostante tutti gli studiosi e gli addetti ai lavori dichiarino inconsistenti le sue affermazioni, egli è convinto che siano più sicuri del mais convenzionale e di quello biologico, e tanto basta.

Non crediamo negli oroscopi più di quanto crediamo all'ipotesi che Elvis Presley sia vivo e stia sorseggiando latte di cocco, sotto falso nome, in un'incantevole isola tropicale.

Ma dopo aver letto che l'influsso di Giove lo spingerebbe ad affrontare la vita con grinta assumendosi "carichi di responsabilità che non competono" e che il sagittario, a volte, "può ricorre a qualche espediente per soddisfare le sue ambizioni", senza peraltro essere molto abile a tessere astuzie (e detestando essere colto in fallo), la nostra certezza si incrina.

Roberto Pinton

Alcune delle notizie della settimana:

Resi noti i risultati di una serie di sperimentazioni sulle coltivazioni biotech nel Regno Unito (la conclusione: sono un disastro per l'ecosistema, con l'Independent che sentenzia: ''un altro chiodo e' stato messo nella bara dell'industria dell'Ogm in Gran Bretagna''), Syngenta si è accorta di aver venduto per quattro anni mais OGM senza alcuna autorizzazione sanitaria, nelle Marche un candidato alle elezioni regionali regala polli biologici, Plus raddoppia la gamma bio, Blair annuncia iniziative per incoraggiare l'uso di prodotti locali e biologici nelle mense, sono state rese note le candidature per il prossimo congresso Aiab, tutto il mondo è paese: da noi nuovi casi di mucca pazza, nel sud est asiatico aumentano le preoccupazioni per l'influenza aviaria.

 








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