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ELETTROSMOG
Dalla elettrosensibilità alla intolleranza chimica multipla
Elettrosensibilità premessa della intolleranza chimica multipla
Autore: Flavio Gazzola

 
Dalla ElettrosensibilitàoEHS (ElectromagneticalHighSensitivity)
 alla Sensibilità chimica multiplao MCS (Multiple Chemical Sensitivity)
 
 Vi sono persone che risentono particolarmente dei disturbi derivanti da campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. In un certo senso sono sensibili come le api e, come le api, perdono l’orientamento o persino svengono in vicinanza di strumenti elettronici.
L’EHS assomiglia alla MCS (Multiple Chemical Sensitivity o sensibilità chimica multipla), caratterizzata da disturbi estremi deivanti anche da piccole quantità di sostanze chimiche presenti nell’ambiente.
Sia EHS, sia MCS sono sindromi caratterizzate da un’ampia gamma di sintomi: svenimento, nausea, torpore, stanchezza estrema, perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, contratture muscolari, allergie cutanee con arrossamento e prurito, cefalea e altri sintomi fra i più diversi.
Ho visto persone, a cui era stata  diagnosticata la sindrome MCS entrare nel mio studio con una sorta di scafandro astronautico.
Le misure elettroniche EAV mostravano alterazioni diffuse, come se le cellule fossero in preda al panico totale e attivassero in modo estremo il sistema immunitario e neurovegetativo.
Vi è una relazione fra le due sindromi: la MCS è l’estrema conseguenza di una EHS non risolta e aggravatasi nel tempo.
Molti sintomi di MCS sono del tutto uguali a quelli provocati dall’elettrosmog anche in una persona sana, ma ovviamente in forma più accentuata.
Molti medici di medicina generale svizzeri hanno dichiarato che sempre più pazienti si rivolgono a loro denunciando sintomi che imputano all’elettrosmog e chiedono soluzioni che i professionisti sanitari non sono in grado di fornire sinora.
Uno studio dell’Università di Basilea volto a monitorare EHS negli adolescenti, ha dimostrato la presenza di molti sintomi caratteristici, come sonno poco riposante, difficoltà di concentrazione e difficoltà nello studio per quei ragazzi che stavano sempre in contatto con cellulare e tablet anche di notte.
L’elettrosmog altera la captazione elettrostatica delle molecole elementari di cibo a livello della superficie delle cellule specializzate nell’assimilazione nel piccolo intestino, gli enterociti. Le molecole di cibo non assimilate sono considerate “non self” dalle cellule del sistema immunitario e come tali vengono attaccate, provocando infiammazione.
Da EHS a MCS
1.In una prima fase ciò conduce a intolleranze alimentari, vale a dire alla difficoltà percepita nella digestione di alcuni alimenti.
2.Il gradino successivo è quello delle allergie alimentari, che si manifestano non solo nel tubo gastroenterico, ma possono manifestarsi con eruzioni e arrossamenti cutanei più o meno intensi.
3.In una terza fase, persistendo e aggravandosi le reazioni neurovegetative e immunitarie con la produzione intensa di mediatori dell’infiammazione come l’istamina, la sensibilità si trasmette alla pelle e il sistema immunitario impazzito, considera tutte le sostanze che giungono in contatto con la pelle come nemiche, attivandosi contro di esse e producendo una prima fase della MCS.
4.Una ulteriore fase del processo risiede nell’esasperazione della persona afflitta da continui fastidi, che accentua psicologicamente in modo esasperato qualsiasi varazione ambientale e abbiamo la seconda fase di MCS, con persone che si chiudono in ambienti protetti da cui faticano a uscire se non con uno scafandro astronautico.
 
La maggior parte di questi sintomi, non in forma tanto estrema per lo più, attualmente sono presenti secondo diversa intensità nella maggior parte delle persone, poiché tutti siamo esposti all’elettrosmog, che è divenuto ubiquitario.
 
Già nel 1909il medico americano Henry C. Allen (1836-1909) nel suo libro “Materia Medica of the Nosodes” descrive i sintomi “…causati dalla Elettricità naturale e artificiale. Ogni medico conosce la estrema suscettibilità di alcune persone al flusso elettrico e la sofferenza che sperimentano nell’avvicinarsi ad esso e nel rimanere vicini a tale flusso e anche durante i temporaliprovano intensa ansietà nervosa, timidezza, paure, timore all’avvicinarsi di un temporale, tortura mentale all’avvicinarsi e durante un temporale, pesantezza e perdita di forza degli arti, come se il corpo pesasse una tonnellata.”
 
Nel 1996 a Berlino, in um momento in cui il problema dell’elettrosmog non aveva ancora assunto le proporzioni odierne, un workshop internazionale, pensò di raggruppare sotto la sigla IEI (Idiopatic Environmental Intolerance) sia l’EHS, sia MCS, vale a dire mise in uno scatolone unico le cose che non si erano capite e chiuse il vaso di Pandora.
La soluzione: è in commercio un dispositivo medico registrato presso il Ministero della Salute con il nome di Biosynt o biosintonizzatore, che mantiene la sintonizzazione dell’attività elettromagnetica del corpo, evitando o riducendo l’interferenza ambientale. Si deve portare sempre con sé, sia di giorno, soprattutto in auto o in aereo, sia di notte. Si trova in commercio forma tipo carta di credito o comodo braccialetto o pendente. E’ costituito da materiali particolari appositamente tratttati, capaci di mantenere al massimo l’efficienza della attività elettromagnetica del corpo. Costa poche decine di euro. E’ prodotto dalla ditta italiana Fullwaves, su licenza di una azienda svizzera.
Una ricerca condotta sino all’agosto 2017 su 269 persone dimostra un miglioramento dei sintomi significativo, attorno al 50%. Ma i sintomi come insonnia e difficoltà digestive in alcune persone, che ne soffrivano in modo particolarmente intenso, sono migliorati quasi del tutto.
 
 







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